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Porsche Panamera, la supercar vestita da berlinetta

È stata presentata la nuova Porsche Panamera, la berlina sportiva che, proprio nel 2019, ha celebrato il primo decennale dalla sua presentazione. Ripercorriamo, allora, la storia della Panamera e scopriamo alcune curiosità intorno a questa automobile dall’indubbio fascino.

Porsche Panamera: la storia della berlina di lusso che voleva essere super car

Confrontando Porsche Panamera con le altre automobili della casa appare evidente che non esistono modelli paragonabili: una berlina a quattro porte, capace di coniugare comodità e sportività. Giusto qualche prototipo, come nel caso della Porsche 989, che però non è mai entrata in produzione, o qualche versione speciale, come la Porsche 928-4, una station wagon realizzata nel 1984 sulla base della Porsche 928 S e dotata di un V8 da 5 litri e 310 CV di potenza. L’automobile, in realtà, non vide mai la luce, perché fu un regalo dei dipendenti della casa di Stoccarda a Ferry Porsche, in occasione del suo 75° compleanno. La Panamera, pertanto, rappresenta un modello unico in tutta la storia di Porsche, che vale la pena scoprire.

La prima serie della Porsche Panamera

«Quale messaggio vuole dare una casa automobilistica che detiene una quota minima di mercato nella produzione annua mondiale? Giusta domanda». Così, con una domanda provocatoria, apriva la brochure di presentazione della Porsche Panamera quando fu immessa per la prima volta sul mercato, nel maggio del 2009. «Avere successo non significa necessariamente vincolarsi ad uno schema. Alcune forti perso­nalità, infatti, rifiutano di ade­guarsi a norme e convenzioni sforzandosi di tornare ad essere come eravamo una volta: aperti, spontanei, curiosi e capaci di stupirci», rispondevano subito dopo gli uomini del marketing di Porsche.

Questa era, e continua a essere, la filosofia che sta dietro il progetto della Panamera. All’inizio degli Duemila, infatti, in Porsche si convinsero che il mercato fosse pronto per accogliere una berlina quattro porte e quattro posti, capace di elevate prestazioni. Le specifiche del progetto, infatti, prevedevano lo sviluppo di una berlina dotata di un design sportivo, di interni spaziosi e di prestazioni in linea con gli altri modelli in listino. Da questa idea concettuale nacque il progetto che prese il nome di Porsche Mirage, da non confondere con altri modelli su base Porsche. Infatti, è così che la casa definì la sua nuova automobile: «4 porte. 4 posti. Il piacere di guidare una vettura sportiva moltiplicato per 4. Con tutti i bagagli. Ma senza compromessi. Questo è il nostro contributo alla categoria superiore. Più esattamente: alla guida nella categoria superiore. Siamo convinti che una ventata di dinamismo sportivo fosse proprio necessaria».

La presentazione ufficiale, tuttavia, era ancora lontana. La presentazione della prima serie della Porsche Panamera, infatti, avvenne il 19 aprile 2009 al Salone di Shanghai, in Cina. Come per altri iconici modelli della casa, anche il nome Panamera prese origine da una competizione automobilistica. Si trattava della Carrera Panamericana, corsa che si disputò fra il 1950 e il 1954, e che si svolgeva dal confine statunitense a quello guatemalteco su un tracciato di circa tremila chilometri lungo il Messico. Proprio nell’ultima edizione della corsa, la Porsche riuscì a ottenere il terzo posto, con una Porsche 550 Spyder.

L’accoglienza, almeno per i puristi del marchio, non fu tuttavia delle migliori: come avvenuto per il Cayenne, molti ritennero snaturati i valori tradizionali del brand. La Panamera, infatti, si presenta con una lunghezza che, in tutte le versioni, supera i cinque metri e una massa che sfiora, e in alcune versioni supera abbondantemente, le due tonnellate. In realtà, come dimostrano i progetti realizzati sulla base della 356, i progetti per una granturismo a quattro posti risalgono fino agli anni ‘50, seppure non avessero mai trovato seguito.

La commercializzazione della Panamera, comunque, iniziò il mese successivo. Sul mercato, almeno inizialmente, furono immesse tre versioni: la Panamera S, con motore benzina da tre litri e 420 CV di potenza, la Panamera 4S, con la stessa motorizzazione, ma a trazione integrale e la Panamera Turbo, con motore benzina da 4,8 litri e una potenza da ben 500 CV. Il triumvirato Panamera, tuttavia, durò soltanto pochi mesi. Già nel 2010, e successivamente anche l’anno seguente, la gamma si ampliò fino a contare nove modelli complessivi. In primis la Panamera e la Panamera 4, con una motorizzazione sempre a benzina ma con “soli” 310 e 300 CV. Poi la Panamera GTS, con motore da 4,8 litri e 440 CV di potenza. Infine, Porsche decise di allargare anche alle trazioni alternative con la Panamera Diesel, alimentata con un propulsore da 300 CV, e la Panamera S E-Hybrid, che al motore a benzina da 333 CV affiancava un motore elettrico da 95 CV.

La seconda serie della Panamera Porsche

Nonostante il parere dei puristi, come già avvenuto con il Cayenne nel segmento dei SUV, la strategia di Porsche risultò un successo. Per questo, negli anni successivi, i progettisti si misero all’opera per la seconda serie, il cui progetto finì sotto il nome in codice di Porsche Tipo 971. La nuova Porsche Panamera fu progettata sulla nuova piattaforma Porsche MSB, realizzata nell’ambito del Gruppo Volkswagen. Per questo motivo, le dimensioni in lunghezza e larghezza crebbero ulteriormente. La differenza più sostanziale, però, riguardava il portellone posteriore che perdeva la forma arrotondata, invisa ai puristi del marchio, per avvicinarsi maggiormente agli stilemi affusolati della casa. Anche gli interni della nuova Panamera furono ridisegnati completamente, così da dare maggiore spazio alla tecnologia, ma sempre con uno sguardo sul passato. Il quadro strumenti, infatti, fu disegnato sulla base della Porsche 356.

La seconda serie della Panamera fu così presentata il 28 giugno 2016 a Berlino. Anche le motorizzazioni furono rinnovate. Al momento del lancio, infatti, furono rese disponibili solamente la Panamera 4S, questa volta dotata di motore da 2,9 litri e 440 CV di potenza, la Panamera 4S Diesel, con quattro litri e 422 CV, e la Panamera Turbo, motore anch’esso diesel da ben 422 CV capace di arrivare fino a 285 km/h. A queste prime tre versioni, come avvenuto per la prima generazione, si sono aggiunti altri modelli. È il caso della Panamera Turbo S E-Hybrid, che al motore V8 della Turbo, accoppia un motore elettrico che estende la potenza dell’auto a 680 CV. Nel 2017, al salone di Ginevra, è stata anche presentata una shooting brake, ossia una sportiva però in versione wagon, che ha preso il nome di Panamera Sport Turismo.

L’ultima Panamera, per il momento

Grazie a questi numeri, in circa un decennio, la Panamera è stata venduta in circa 260 mila esemplari. Si tratta, di un vero e proprio successo per Zuffenhausen, che ha infatti deciso di lanciare una terza generazione di Panamera. Presentata il 26 agosto 2020, la nuova Panamera è già detentrice di un record. Fra le mani del pilota collaudatore Lars Kern, l’automobile ha percorso i 20,832 chilometri del circuito leggendario di Nurburgring Nordschleife in 7’21’’821, stabilendo così il record per una executive car.

Il restyling ha riguardato sia il design estetico dell’automobile, sia le motorizzazioni. La novità più importante ha riguardato la Panamera Turbo S, che ha in dotazione un V8 da quattro litri per una potenza di 621 CV. Anche le versioni elettriche, la Panamera 4S E-Hybrid e la Panamera Turbo S E-Hybrid, sono rinnovate. La prima è equipaggiata da un V6 da 2,9 litri e 552 CV al quale è affiancato un motore elettrico da 128 CV, per una potenza totale di 680 CV. Inoltre, grazie al nuovo pacco batterie da 17,9 kWh, le Porsche Panamera ibride consentono un’autonomia maggiorata del 30%.

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