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Porsche Anni 60: la mitica Porsche 356

Porsche anni 60. Così è stata soprannominata la mitica Porsche 356 che proprio in questi anni decreta l’antitesi del successo di una delle più famose case automobilistiche d’Europa. Incredibilmente la storia della Porsche nasce dalla creazione e dallo sviluppo di un’altra auto dalle caratteristiche completamente diverse, e cioè dalla Volkswagen Maggiolino. Ferdinand Porsche, infatti, un cultore del design vissuto a Stoccarda negli anni Trenta, aveva sviluppato con grande successo il Maggiolino, uno dei modelli più prodotti nella storia dell’auto, e con i proventi e i diritti scaturiti da questa geniale creazione, si era messo in testa di creare delle auto sportive che appunto portavano il suo cognome. Nacque così la prima mitica vettura denominata con la sigla 356. La 356 somigliava diciamo così, a un Maggiolino ribassato e allungato e questo non era certo un caso poiché la mano creatrice era la medesima, ma sicuramente, la linea e il motore impiegato, un boxer potenziato con raffreddamento ad aria, avrebbero creato un modello cult che continue evoluzioni, è arrivato fino ai giorni nostri sempre con la stessa riconoscibilità. La Porsche 356 fu prodotta in tre serie, la A, la B e la C, attraversando venti anni della storia dell’auto sportiva.

Porsche 356 anno di costruzione 1948 prodotta fino al 1956

La primissima 356, come detto, era in pratica basata sulla carrozzeria del Maggiolino e anche a livello tecnico, questo primo modello di Porsche era originato dalla prima Volkswagen. Era disponibile con quattro motorizzazioni da 1.0 fino a 1,5 litri con una potenza massima di 70 CV. La Sport era la versione più performante con una velocità per l’epoca molto importante, e cioè circa 170 km/h. Come carrozzeria era disponibile come coupé e cabriolet, ovviamente sempre a due posti, con una variante estrema per l’epoca, denominata Speedster. Tutte queste vetture sono dette anche PRE-A, e avevano la caratteristica del parabrezza diviso in due parti da una nervatura centrale, poi in seguito sostituito da un unico pezzo di cristallo.

Porsche 356 anno di costruzione 1956 prodotta fino al 1960

Dal 1956 la produzione della 356 aggiunge la lettera A, aggiornando caratteristiche estetiche e prestazioni tecniche. Le motorizzazioni erano cinque e tutte a quattro cilindri. La cilindrata spaziava dai 1300 fino ai 1600 cc di cilindrata con una punta di addirittura 100 CV per il modello Carrera 1500 GS. Per quanto attiene alla carrozzeria, come detto, il parabrezza fu sostituito con quello panoramico curvato e con modifiche agli indicatori di direzione. Un altro segno distintivo era caratterizzato dalla maniglia del cofano anteriore impreziosita con il logo Porsche incassato nella stessa. Nel corso dei quattro anni di vita del modello A, si aggiunsero modifiche ai terminali di scarico, ora più rialzati e integrati nel paraurti posteriore, e ancora alle luci posteriori a forma di goccia per una maggiore idea di aerodinamicità. Tutte le motorizzazioni e i modelli della generazione 356 erano disponibili anche in versione decappottabile (cabriolet, speedster e convertible D). Altra particolarità è che dal modello 356 A, tutte le versioni sportive ottennero la denominazione Carrera, in omaggio alla famosa corsa americana.

Porsche 356 B anno di costruzione 1960 prodotta fino al 1964

Dall’anno modello 1960, la 356 A fu sostituita dalla 356 B, una vettura ripensata e ridisegnata anche se furono mantenuti i tratti distintivi sostanziali del modello. La potenza fu ulteriormente incrementata grazie all’adozione su tutti i modelli del cosiddetto “motore Fuhrmann” e raggiunse i 140 CV nella 356 B 2000 GS-GT Carrera 2. Per quanto riguarda l’estetica, la serie B si differenziava soprattutto per una diversa curvatura del cofano anteriore, dell’altezza del paraurti anteriore e i proiettori posizionati in posizione più elevata. Altri dettagli come l’illuminazione della targa, ora integrata nel paraurti posteriore, e la luce di retromarcia montata sotto il paraurti stesso, davano la sensazione di una maggiore identificazione e riconoscibilità del modello. La carrozzeria era disponibile, come per il modello precedente, in versione decappottabile (cabriolet, speedster oppure roadster) e la denominazione aggiuntiva “Carrera” era ormai presenza fissa insieme al propulsore ideato dal costruttore Ernst Fuhrmann con quattro alberi a camme sovrastanti e alle raffinatezze tecniche all’avanguardia.

Porsche 356 C anno di costruzione 1964 prodotta fino al 1966

Nell’anno modello 1964, la 356 B fu sostituita dalla 356 C. Come per le precedenti versioni, le modifiche furono principalmente indirizzate sull’evoluzione di motori. In questi due soli anni di produzione del modello C, possiamo dire che è iniziata la vera evoluzione sportiva dei modelli Porsche, passata da un modello partito da un’idea di una vettura cittadina e via via diretta verso una sportiva pura. Da qui la scelta di ridurre a tre le motorizzazioni, con settanta CV di base per arrivare fino ai centotrenta CV della 2000 GS Carrera sempre utilizzando il cosiddetto motore Fuhrmann. A livello estetico sono poche le differenze dal modello B. Adozione di cerchi e copricerchi di foggia diversa atti ad ospitare i nuovi freni a disco che a partire da questo modello vengono installati di serie. Anche l’aerodinamica viene applicata nei dettagli come gli specchietti retrovisori che ora presentano un disegno esterno tondo. La carrozzeria era disponibile come per la B anche in versione decappottabile, e l’ultimo esemplare di questa fortunata serie, fu consegnato nel maggio 1966.

La Porsche si trasforma in una vettura cult

La 356 è una vettura che ha rappresentato l’inizio di una storia automobilistica che ha pochi eguali nel mondo. La produzione in serie di vetture sportive accompagnata dagli innumerevoli successi sportivi del marchio ha contribuito a creare una leggenda che va avanti da più di sessant’anni e questo ha generato interesse sia sui modelli recenti, sia soprattutto su quelli d’epoca, come le 356, pezzo ricercatissimo da collezionisti ed appassionati di tutto il mondo. Sono innumerevoli le gare disputate dalla 356 che, spesso, ha battuto auto molto più potenti sfruttando le doti di leggerezza e maneggevolezza che la contraddistinguono. Le Porsche 356 annoverano parecchie gare disputate nella Mille Miglia sin dal 1952 quando il Conte Giovanni Lurani ha partecipato con la sua 1500 classificandosi 46° assoluto. L’anno successivo fu Hans Hermann della squadra ufficiale Porsche a portare in gara una 1500 super. La 356 è stata sempre amata soprattutto dai piloti donne ed è proprio una 356 che ha vinto tra il 1954 e il 1961 la Coppa delle Dame al Tour de France Automobile. Quello che lascia stupiti e non ha precedenti nella storia automobilistica moderna è che, osservando una 356 di sessant’anni fa e i modelli recenti, si ha la netta sensazione che le linee della vettura siano sempre le stesse e che quindi il DNA che Ferdinand Porsche ha inteso infondere nella sua creatura non sia stato mai tradito nel tempo. La Porsche produce da sempre auto sportive, sinonimo di velocità, potenza ed eleganza e lo stemma della città di Stoccarda, presente sul cofano di queste vetture, viene riconosciuto da appassionati e non, in tutto il mondo.

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