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Ferdinand Alexander Porsche, un nipote d’arte

Quando si parla della casa automobilistica Porsche, più spesso di quanto si dovrebbe, si commette un grossolano errore. Tutto viene ricondotto, in una maniera o in un’altra, al genio di Ferdinand Porsche. Intendiamoci, è evidente che questo gigante dell’automobilismo, e non soltanto, ha dato un contributo determinante per la nascita della casa automobilistica di Stoccarda e per l’intero settore. Eppure, non è stato l’unico della famiglia a fornire un apporto essenziale alla causa. Con lui, e insieme a Ferry Porsche, un altro membro è risultato essenziale per la storia di Porsche: Ferdinand Alexander Porsche, padre della Porsche 911 e di numerose altre creazioni, non sempre inerenti al mondo dell’automobilismo, come vedremo. Non perdiamo altro tempo, quindi, ed entriamo nel vivo.

Breve biografia di Ferdinand Alexander Porsche

Dovessimo associare a Porsche, Ferdinand Porsche, delle caratteristiche intrinseche certamente volgeremmo lo sguardo al genio ingegneristico. Poco o niente gli riconosceremmo in relazione al design, sebbene egli abbia certamente dato prova di sapersi destreggiare anche in questo senso. Col figlio, Ferry Porsche, la sostanza mutò: il genio tecnico si tramutò in genio visionario, capace di dare forma alla materia. Chi seppe concentrarsi sul design, tuttavia, fu un altro dei Porsche: Ferdinand Alexander Porsche, figlio di Ferry, anche conosciuto come Butzi. Addentriamoci nella sua storia, iniziando dalle origini.

Gli esordi di Ferdinand Alexander Porsche

Come spesso accade, i geni non vengono compresi sin dalle origini. Così andò anche per Butzi, che era nato l’11 dicembre del 1935 a Stoccarda. Figlio e nipote di due valenti ingegneri, Alexander Porsche studiò dapprima alla Waldorf Free School e, poi, fu indirizzato verso Hochschule für Gestaltung di Ulm, in Germania, dove studiò Design industriale. Dopo solo due semestri, tuttavia, abbandonò senza terminare gli studi. In questo periodo, però, ebbe comunque la possibilità di contaminarsi con una delle comunità più attive nell’ambito del design: fu anche a Ulm, infatti, che si concretizzò la Bauhaus, movimento artistico legato al razionalismo e al funzionalismo. Una scuola, che, evidentemente, influenzò molto l’erede dei Porsche.

Abbandonati gli studi, nel 1957 Butzi fece ufficialmente ingresso nel mondo dell’automobilismo e di Porsche. Quell’anno, infatti, iniziò il suo apprendistato pratico presso lo studio di progettazione dell’azienda di famiglia che, all’epoca, era guidato da Erwin Komenda, che all’attivo aveva progetti come quello della Porsche 356 e della Porsche 550. Una scuola fenomenale per il giovane designer, che gli consentì di approcciarsi sin da subito alla progettazione di una delle automobili più iconiche di sempre: la Porsche 911, di cui diventò in qualche modo il padrino. Vediamo come.

Butzi e la progettazione della Porsche 911

Agli albori della storia della casa di Stoccarda c’era una tradizione: ogni generazione di Porsche doveva occuparsi di un’automobile. Per questo, quando fu deciso di realizzare una nuova automobile, il progetto 901, Ferdinand Alexander Porsche fu coinvolto in maniera più che attiva. Benché fosse stato Ferry a decidere il tipo di automobile, il passo, la potenza, i comfort di bordo, fu Butzi a poggiare per primo la matita sul foglio di carta per dare una nuova forma alle automobili della casa. Komenda tentò di apportare modifiche al progetto, ma, alla fine, i disegni di Ferry furono portati tal quale presso l’officina Reutter, che si sarebbe occupato della realizzazione della prima carrozzeria. Con quel design, l’automobile, che poi avrebbe cambiato il suo nome di Porsche 911, fu presentata al Salone di Francoforte del 1963 e sarebbe entrata in produzione l’anno seguente. Inutile spiegare quale impatto avrebbe avuto questo progetto sulla storia della casa produttrice, dell’automobilismo e dello stesso Ferdinand Alexander Porsche. La Porsche 911, tuttavia, non sarebbe stata l’unica automobile disegnata da lui.

Porsche 904, la più originale delle automobili di Butzi

Quando chiesero a Butzi quale fosse il suo progetto preferito, tutti si sarebbero aspettati la risposta più scontata: la Porsche 911. Invece, al contrario dei pronostici, Ferdinand Alexander Porsche citò un’altra automobile del suo repertorio: la Porsche 904. Nel 1963, quando ormai Butzi era diventato Direttore del centro stile di Porsche, gli fu affidato un altro compito: quello di disegnare un’automobile da competizione. Lo scarso tempo a disposizione al fine di ottenere l’omologazione della vettura, spinse Porsche ad adottare il design delle bozze di Butzi. La scocca in fibra di vetro realizzata presso le officine dell’azienda aeronautica Henkel, pertanto, fu il progetto automobilistico di Alexander Porsche che maggiormente rispettava i canoni estetici del suo autore. Ma Butzi non si occupò solamente di automobili.

La fondazione di Porsche Design

Nel 1972, quando ormai Porsche aveva deciso di rimanere fuori dalla gestione aziendale, Ferdinand Alexander Porsche decise di seguire la propria passione: il design. Per questo, quello stesso anno Butzi decise di dare vita a Porsche Design, azienda dapprima localizzata a Stoccarda e poi trasferitasi a Zell em See, in Austria, con cui poté dare libero sfogo alla propria inventiva. Il primo progetto, non a caso, fu quello di un orologio: un design, anche in questo caso, non banale, che faceva uso di un particolare tipo di acciaio cromato nero opaco. Un elemento di stile pensato appositamente per i possessori di automobili Porsche, che desideravano completare il proprio outfit. Da allora, lo studio di progettazione di Butzi ha dato forma a decine di oggetti: dagli occhiali da sole, diventati iconici anch’essi con la loro forma a goccia, ai primi orologi in titanio, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui l’azienda si occupa praticamente di ogni oggetto possibile. Ferdinand Alexander Porsche, purtroppo, ha potuto vedere solo in parte i risultati del proprio lavoro, perché il 5 aprile del 2012 si è spento all’età di 76 anni, quando ormai si era ritirato da diverso tempo.

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