Mavment Blog

Mille Miglia, la corsa folle in cui trionfò anche Porsche

È l’Italia uscita soltanto da pochi anni dalla Prima Guerra Mondiale. L’automobile sta conquistando fasce sempre più ampie della società, attirate dalla velocità crescente offerta dalla meccanizzazione. Nel mondo, si moltiplicano le competizioni motoristiche, durante le quali veri e propri arditi sfidano la morte a bordo delle loro primitive automobili, più carrozze che veicoli a motore. Ed è forse anche per questa ragione che sono così terribilmente affascinanti. E la Mille Miglia, da alcuni chiamata 1000 Miglia, si trasforma in una delle competizioni più affascinanti di tutte. Una gara vere e propria, da non confondere con l’attuale Mille Miglia storica, la gara di regolarità storica a tappe destinate ad automobili prodotte entro il 1957, che si svolge a partire dal 1977. In questo articolo riscopriremo la sua storia, la storia della Mille Miglia, le sue origini, i fondatori e, sopratutto, quando Porsche ha trionfato sul territorio italiano.

La Mille Miglia, una corsa pazza ed estenuante

La Mille Miglia oggi è una gara di regolarità, ossia una competizione a cui è possibile partecipare liberamente con automobili storiche. Tuttavia, non è sempre stato così. La Mille Miglia, infatti, è nata come una vera e propria competizione di velocità. Non a caso, quando nel 1927 la Mille Miglia si disputò per la prima volta, il quotidiano torinese La Stampa scrisse: «Corsa pazza, estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio». Iniziamo col riscoprire questa competizione, partendo dalla sua storia. Ecco la storia della Mille Miglia.

La storia della Mille Miglia: dagli albori a oggi

Ripercorrere la storia della Mille Miglia non è impresa da poco. Del resto, la competizione si tenne la prima volta, come detto, nel 1927 e proseguì fino al 1957, considerando anche la Seconda Guerra Mondiale per mezzo. In totale, ben ventiquattro edizioni. Un trentennio di vicende, che non è facile trattare in poco spazio. Di sicuro, però, un passaggio fondamentale di questa storia è la sua nascita di questa competizione. Ed è da lì che partiremo.

Il mito nacque a Brescia, città dove nei primi anni del Novecento il fascino per i motori era vivo. Lo dimostra un detto, secondo cui nelle vene dei bresciani scorra benzina. Vero oppure no, c’è di certo che già sul finire dell’Ottocento si svolgano proprio qui alcune competizioni motoristiche. Il Verona-Brescia-Mantova-Verona del 1899, per esempio, può essere considerato un avo della Mille Miglia, ma siamo ancora distanti dalla corsa vera e propria. Per avvicinarsi a questa, occorre attendere il 1904 e precisamente il 5 settembre di quell’anno. In quel giorno, infatti, si svolse il Circuito di Brescia: una gara organizzata lungo un percorso di 370 chilometri, che si snodava per due volte fra Brescia, Cremona, Mantova e nuovamente Brescia. La corsa si replicò nuovamente l’anno seguente, il 9 settembre 1905, nella Coppa Florio che avrebbe poi ispirato la Targa Florio e, quindi, la Porsche Targa.

Fu solamente più tardi, nel 1921 che ci si avvicinò realmente alla prima Mille Miglia. Nel 1921, grazie ad Arturo Mercanti, Brescia viene incaricata di organizzare il primo Gran Premio d’Italia nell’ambito del Circuito Internazionale Automobilistico-Aereo. È una gioia che dura poco, però, perché già l’anno successivo il Gran Premio viene trasferito sull’Autodromo di Monza, entrato in funzione proprio quell’anno. È questo l’evento, almeno secondo la leggenda, che dà vita alla 1000 Miglia. Quattro anni più tardi, nel 1926, viene istituito ufficialmente l’Automobile Club d’Italia. Contestualmente quell’anno, quattro amici, i cosiddetti quattro moschettieri della Mille Miglia hanno l’idea di organizzare una gara di velocità in linea, senza tappe, come risposta al trasferimento del Gran Premio d’Italia. Nasce così, grazie all’idea del conte Aymo Maggi, pilota e finanziatore dell’iniziativa, il conte Franco Mazzotti, giornalista, pilota e finanziatore, Renzo Castagneto, che fu il vero organizzatore della competizione, e Giovanni Canestrini, decano dei giornalisti del settore automobilistico, l’idea della MilleMiglia.

Il percorso scelto dai quattro aveva una forma di otto, che iniziava a Brescia e raggiungeva Roma, per poi tornare indietro nuovamente a Brescia. In tutto, circa 1.600 chilometri, che corrispondevano a circa a 1000 Miglia. Su suggerimento di Mazzotti, che era da poco rientrato da un viaggio negli Stati Uniti d’America, fu scelto il nome col quale la competizione sarebbe poi passata alla storia. La prima edizione della Mille Miglia ebbe inizio il 13 marzo 1927: sotto alla bandiera a scacchi, al via, transitarono 77 equipaggi, di cui due stranieri, ma al termine tagliarono il traguardo solamente 55 di loro. Ad aggiudicarsi la prima edizione della competizione fu l’equipaggio formato da Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi, a bordo di una OM 665 “Superba” S torpedo, che impiegarono 21 ore, 4 minuti e 48,5 secondi per portare a termine l’estenuante prova. La prima edizione fu un tale successo, che quasi da subito si decise di ripetere la gara. Un crescendo, funestato solamente dalla sciagura di Bologna: proprio qui, infatti, una Lancia Aprilia uscì di strada uccidendo dieci spettatori, fra cui sette bambini. Ciò nonostante, la corsa proseguì anche dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Porsche e la Mille Miglia, un rapporto breve ma intenso

Nel corso degli anni, la Mille Miglia esercitò un fascino sempre crescente. Al punto, che numerose case automobilistiche costruirono parte del loro successo attraverso la partecipazione e, quando fu possibile, sul successo raccolto nella gara bresciana con le proprie granturismo. Questo fascino, e non poteva essere diversamente, coinvolse anche Porsche, che proprio in quegli anni andava costruendo il suo successo.

In realtà, una prima partecipazione di Ferdinand Porsche alla corsa bresciana vi fu già nel 1931, quando a imporsi su tutti i rivali fu una Mercedes-Benz. Quell’automobile, che poteva vantare un motore da 7.100 cm3, era in realtà stata progettata proprio dal genio di Stoccarda. E grazie a lui, l’equipaggio della stella a tre punte si impose sui rivali dell’Alfa Romeo e della OM. Il rapporto fra la casa di Stoccarda e la mitologica gara italiana, tuttavia, si svolse tutto fra il 1952 e il 1957.

Alla prima partecipazione, quella della Mille Miglia 1952, la casa costruttrice si presentò con la Porsche 356 Gmünd Coupé 1500, che in gara vestì il numero 327, condotta dalla coppia Giovanni Lurani e K. Berklheim, che si piazzarono solamente al 46° posto. L’anno successivo, invece, la casa si presentò con una Porsche 356 1500 Super, guidata dalla coppia Hans Herrmann ed Erwin Bauer. I due riuscirono a ottenere un discreto 30° posto.

Forse una delle partecipazioni più iconiche fu quella alla Mille Miglia 1954, quando il giovane pilota Hans Herrmann si schierò, a bordo della Porsche 550 Spyder col numero 704, al fianco del navigatore Herbert Linge. Un’automobile, quella guidata da Herrmann, leggera, veloce e manovrabile, che sin da subito diede filo da torcere agli avversari. Anche perché, il pilota tedesco seppe approfittare di una caratteristica molto particolare della sua automobile: l’altezza da terra. Così, quando improvvisamente si trovò dinanzi a un passaggio a livello chiuso, anziché frenare, fece abbassare il suo compagno di equipaggio, passando al di sotto delle sbarre e riuscendo a guadagnare secondi preziosi. Questo, consentì alla Porsche 550 di aggiudicarsi un lusinghiero 1° posto di categoria e un 6° posto in classifica generale.

L’anno seguente, nella Mille Miglia 1956, Porsche tornò in gara con la Porsche 550 Spyder condotta dalla coppia Wolfgan Seidel ed Helmut Glöckler. Pur aggiudicandosi nuovamente il 1° posto di categoria, la Porsche non riuscì ad andare oltre l’ottavo posto in classifica generale. Meglio comunque dell’anno successivo, quando Porsche si schierò sia con la 550 Spyder che con la 356 Carrera. Solo quest’ultima, tuttavia, riuscì a raggiungere il traguardo, ottenendo solamente il 18° posto nella classifica generale.

Alla Mille Miglia 1957, l’ultima alla quale prese parte Porsche prima della sospensione definitiva della gara velocità, Porsche tornò nuovamente con la Porsche 550 RS. Questa volta, però, dietro al volante c’era solamente un uomo: Umberto Maglioli. E anche grazie alla sua perizia, Porsche riuscì ad aggiudicarsi un importante quinto posto nella classifica generale.

 

E questa è la storia di una gara assolutamente unica nel suo genere, che ancora oggi viene celebrata con la Mille Miglia storica, ma che continua a esercitare un fascino tutto suo e, forse, continuerà a farlo per sempre nel cuore degli amanti delle automobili, specie di quelle a marchio Porsche.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
Would love your thoughts, please comment.x