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Porsche Mission R, l’elettrica da corsa per i sognatori

Da quando Porsche ha deciso di entrare a far parte della nuova era, quella caratterizzata da automobili silenziose e a zero emissioni, la sfida si è fatta decisamente interessante. Con la Porsche Mission E, infatti, è stato da subito chiaro che la casa di Stoccarda avesse intenzioni serie. Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio, tuttavia, Zuffenhausen ha immediatamente spento ogni accenno di titubanza con un progetto che ha dell’incredibile: la Porsche Mission R. Più che un’automobile, un vero e proprio laboratorio su ruote, capace di eguagliare le prestazioni delle vetture a combustione interna, ma, allo stesso tempo, di proiettare i piloti nel futuro degli sport motoristici. Oggi andremo a conoscere la Mission R e tutte le sue incredibili caratteristiche.

Mission R, la Porsche da competizione che guarda al futuro

Come abbiamo ribadito in numerose occasioni, Porsche ed elettrico è un binomio che si incontra spesso nella storia. Non solo nella storia delle automobili destinate al trasporto, ma anche in quella delle automobili costruite per confrontarsi su pista. Oggi, che finalmente i tempi sono maturi per lo sviluppo definitivo di questa tecnologia, anche Porsche ha deciso di confrontarsi su questo campo. La Porsche Mission R è proprio tutto questo: un laboratorio su ruote, al pari della “civile” Mission E, che consente ai piloti privati di sperimentare cosa significa guidare una vettura completamente elettrica.

Per entrare in questo mondo, tuttavia, Porsche non poteva farla semplice. Non era sufficiente “travestire” un’automobile elettrica da sportiva. Una casa automobilistica che può vantare oltre trenta campionati monomarca nel mondo, più di 4.400 vetture da competizione su base 911 e una delle storie più vincenti nel mondo del motorsport, non poteva limitarsi a partecipare. L’obiettivo con la Mission R, fin dal principio, è stato pertanto quello di vincere la sfida. Sia di abbattere le emissioni dannose per l’ambiente, e in generale l’impronta sull’ambiente, sia per ciò che riguarda le questioni sportive.

Per fare tutto questo, i tecnici di Zuffenhausen e quelli di Wessach non si sono certamente risparmiati. Né in termini di design, che sta tanto a cuore agli amanti dello stemma Porsche, né dal punto di vista tecnologico. Sin dal 2018, infatti, i tecnici si sono concentrati sullo studio di motori elettrici altamente performanti, di batterie dalle elevate capacità di ricarica e sull’impiego di materiali leggeri e, allo stesso tempo, rispettosi dell’ambiente. Il risultato è un’automobili che, a detta di chi l’ha già provata, è capace di competere con il meglio che oggi possa offrire il mercato.

I motori elettrici della Porsche Mission R

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Il tema delle prestazioni per la Porsche Mission R è, da sempre, fondamentale. Realizzare un’automobile da corsa, dotata di motore elettrico, significava prima di tutto assicurare prestazioni all’altezza di quelle di tutti gli altri modelli Porsche. Una sfida, che, secondo i progettisti della casa di Stoccarda, è stata vinta. Parlando di prestazioni, infatti, l’automobile è in grado di eguagliare quelle della Porsche 911 GT3 Cup: la Mission R è in grado di raggiungere una velocità di punta superiore ai 300 km/h e di superare i 100 km/h in appena 2,5 s.

Questi numeri sono possibili anzitutto grazie al peso contenuto dell’automobile, pari ad appena 1.500 chilogrammi, ma non soltanto. La Mission R di Porsche, infatti, è dotata di speciali motori elettrici sincroni a magneti permanenti di eccitazione altamente efficienti, grazie al raffreddamento diretto dello statore con l’olio, e di una batteria da 82 kWh, che è in grado di soddisfare le esigenze di una gara della durata compresa tra i 25 e i 40 minuti. Questi le consentono di sviluppare una potenza in modalità gara pari a 500 kW, che corrispondono a 680 CV, che diventano 800 kW, pari a 1.088 CV, in modalità qualifica.

Gli impressionanti dati di potenza, tuttavia, non potrebbero consentire all’automobile di raggiungere le prestazioni dichiarate dalla casa senza un’adeguata assistenza. A cominciare dal cambio, che prevede un rapporto a denti dritti e blocchi dei differenziali meccanici.

Mission R, design in pieno stile Porsche

Come spiegato dalla Porsche stessa, ogni automobile progettata dalla casa di Stoccarda deve essere riconoscibile in quanto tale. Non sfugge a questa logica neanche la Mission R. In questo caso, i progettisti della casa hanno messo in campo un’automobile dal disegno sportivo e all’avanguardia. Il merito, tra le altre cose, è anche della sua compattezza: la vettura ha infatti una lunghezza di 4,326 metri, con un passo di 2,560 metri, ed è larga 1,990 metri. In pieno stile racing, poi, l’automobile risulta molto bassa, giacché presenta un’altezza da terra di appena 1,190 metri.

Al di là delle misure caratteristiche, la Porsche Mission R si presenta con un abitacolo particolarmente slanciato sottolineato dalla linea degradante del tetto, che giunge direttamente tra i parafanghi posteriori, molto pronunciati come quelli anteriori, che rispecchiano il classico stile di Porsche. La vista posteriore, inoltre, è caratterizzata dalla fascia luminosa, negli ultimi anni adottata sempre più spesso nelle vetture di serie, che corre lungo tutto il cofano posteriore. Anche il cofano anteriore rispecchia i dettami dello stile Porsche, coi parafanghi dotati di tre grandi prese d’aria. A proposito di prese d’aria, poi, anche lateralmente si trovano due grandi prese d’aria. Uno studio attento dell’aerodinamica ha portato ad adottare delle lamelle all’interno delle stesse prese d’aria che consentono di migliorare la deportanza. Per migliorare le performance aerodinamiche, inoltre, è stato adottato anche il Porsche Active Aerodynamics (PAA), dotato persino di Drag Reduction System (DRS).

Caratteristica della Mission R, poi, è il cosiddetto esoscheletro, una gabbia in carbonio che ha il compito di proteggere il pilota. La scelta del materiale composito, tuttavia, contribuisce a mantenere un peso contenuto. L’intera struttura è visibile anche dall’esterno, grazie alla forma del tetto, che è costituita da sei pannelli in policarbonato trasparente, tra cui uno rimovibile dall’esterno in caso di emergenza.

Un lavoro molto attento, inoltre, è stato fatto anche per quanto riguarda il design degli interni. Tutti gli elementi del cockpit, infatti, sono stati disposti al fine di fornire tutte le informazioni al pilota. Tutti i dati più importanti vengono mostrati sul display inserito proprio al centro del volante. Sul piantone, proprio dietro al volante, trova posto un secondo display dove vengono mostrate le immagini catturate dalle due telecamere laterali e da quella posteriore. Un terzo display, infine, è inserito lateralmente e vengono mostrate i dati biometrici del pilota.

Con questo genere di caratteristiche, di fatto, la Porsche Mission R è davvero in grado di competere su ogni pista e con qualsiasi altra vettura. Un sogno per chiunque ami il marchio Porsche e non soltanto, ma che per molti è destinato a rimanere tale, visto che l’automobile, secondo alcune fonti, ha un prezzo che si aggirerebbe intorno ai 10 milioni di euro.

Foto: porsche.com

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