Mavment Blog

nürburgring

Nürburgring, andata e ritorno dall’inferno verde dove Porsche domina

Per Jackie Stewart era The Green Hell, l’inferno verde, il circuito sul quale qualsiasi pilota, per quanto affascinato, non poteva non ammettere il proprio terrore. In caso contrario, significava che stava andando troppo piano. Stiamo parlando, se non si fosse ancora capito, del Nürburgring. Un circuito leggendario, percorso dai piloti più famosi e dalle vetture più importanti della storia. Fra queste, ovviamente, anche le automobili Porsche, che hanno sempre saputo farsi valere. Oggi, quindi, racconteremo la storia di questo circuito, i record del Nürburgring e, infine, il rapporto tra Porsche e il circuito del Nürburgring.

Nürburgring, l’inferno verde dove solo i più coraggiosi possono

Il Nürburgring ha sempre avuto un fascino tutto suo. Sarà stata la sua lunghezza – il circuito originale, come vedremo nel dettaglio, raggiungeva quasi i trenta chilometri – il fatto che si dipana attraverso i boschi dell’Eifel e intorno al castello di Nürburg o, forse, l’estrema difficoltà, che l’hanno reso temuto e, allo stesso tempo, ambito da tutti i piloti di qualsiasi disciplina ed epoca. Pochi hanno veramente domato il circuito del Nürburgring e, di quei pochi, nessuno lo ha amato. Eppure, nonostante questa fama, ancora oggi il Nürburgring è utilizzato, sia per manifestazioni sportive che per i test delle case automobilistiche. Anche Porsche è fra queste, come vedremo, con grandi risultati.

La storia del circuito del Nürburgring

Già negli anni Venti del Novecento, la Germania si era costruita una solida reputazione in ambito motoristico. Sia con i propri veicoli, protagonisti in tutta l’Europa, sia coi suoi piloti, capaci di imporsi anche nella prestigiosa Coppa Gordon Bennet, una gara esclusiva organizzata dal milionario proprietario del New York Herald, James Gordon Bennett Jr.

L’obbligo di ospitare la Coppa, nel 1904, evidenziò la mancanza di un circuito permanente tedesco. Uscita da pochi anni dalla Prima Guerra Mondiale, devastata dalla recessione e della penuria di qualsiasi infrastruttura, la Germania non poteva vantare un circuito neanche vagamente all’altezza dei risultati. Ecco, quindi, che germogliò l’idea di progettare e costruire il circuito più bello, impegnativo e lungo di sempre: il Nürburgring.

Il concepimento del circuito, tuttavia, non fu casuale, né dettato dalla fretta. L’idea della localizzazione fu suggerita da un membro del Consiglio di Eifel, Otto Creutz, che con il supporto dell’ADAC (l’ACI tedesca) e dell’allora sindaco di Colonia, Konrad Adenauer, convinse le autorità tedesche a investire sul progetto del Nürburgring. A tal proposito, il governo tedesco decise di finanziare il progetto con 14,1 milioni di franchi. Una cifra impressionante, all’altezza però dell’ambizione della Germania. Il 27 settembre 1925, come dimostrano anche alcune fotografie dell’epoca, iniziarono ufficialmente i lavori di costruzione del circuito. Furono necessari quasi due anni di lavori prima di giungere, il 18 giugno 1927, all’apertura ufficiale dell’impianto, a cui seguì, il giorno seguente, l’evento inaugurale.

Le caratteristiche tecniche del Nürburgring

Il progetto del Nürburgring fu curato nei minimi dettagli dall’architetto Gustav Eichler dello studio di progettazione Eichler Architekturbüro. L’obiettivo, infatti, non era solo quello di realizzare un circuito tedesco, ma di costruire il più impegnativo tracciato al mondo. Per questo, prima di iniziare la progettazione, furono eseguiti anche dei sopralluoghi aerei. La scelta dell’area fra i comuni di Adenau, Nürbur – che diede il nome al circuito – e Müllenbach fu fatta, oltre che per le pressioni sul Governo, anche perché i tedeschi volevano ispirarsi a un’altra competizione, altrettanto impegnativa: la Targa Florio.

Il progetto di Eichler, oltre al tracciato, prevedeva anche altre infrastrutture: tribune da circa 2.500 posti, un hotel e un paddock con circa 70 garages coperti, una torre per i cronometristi e i commissari di gara. Più o meno quello che, al giorno d’oggi, contraddistingue un normale circuito, ma che per l’epoca erano una vera e proprio novità.

La pista del Nürburgring, invece, in origine aveva 172 curve, di cui 84 a destra e 88 a sinistra, per una lunghezza complessiva di 28,265 chilometri e un dislivello altimetrico di circa 100 metri. In realtà, però, il Nürburgring poteva essere suddiviso in due sezioni: il Nürburgring Nordschleife, lungo 22,810 chilometri, e il Nürburgring Südschleife, che invece aveva una lunghezza di soli 7,747 chilometri. Conosciamo meglio questi due circuiti.

Il Nürburgring Nordschleife

Il Nürburgring Nordschleife è l’anello nord dell’impianto. Sin dalla sua inaugurazione, questo è stato il circuito principale: non a caso esso ha ospitato, per ben ventidue volte, il Gran Premio di Germania del campionato di Formula 1. Ed è proprio su di esso che sono nate le leggende del motorsport: da Jackie Stewart, che ha saputo domare il circuito, a Niki Lauda, che invece ha rischiato di trovarvi la morte anticipatamente a causa di un incidente che lo lasciò sfigurato a vita.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, divenuto il circuito del Gran Premio di Germania di Formula 1, il Nürburgring è stato oggetto di diversi lavori. Già dopo la Seconda Guerra Mondiale, per esempio, fu oggetto di lavori di manutenzione, necessari a causa di un passaggio improprio dei carri armati alleati sulla sede viaria. Nel 1967, poi, si dovette correre ai ripari per limitare la velocità raggiunta sul rettilineo di Antoniusbuche, inserendo una chicane. L’anno successivo in cui la Formula 1 lasciò definitivamente la pista del Nürburgring Nordschleife, nel 1976, iniziarono i lavori di realizzazione di un nuovo circuito, lungo 4.556 metri, che modificò anche il Nordschleife, riducendo la sua lunghezza a 20,832 chilometri. Questa è la configurazione utilizzata ancora oggi e su cui, come vedremo, Porsche è rimasta imbattuta.

Il Nürburgring Südschleife

Il Nürburgring Südschleife è chiaramente l’anello sud dell’impianto. Se il Nordschleife è stato sin da subito l’anello principale, è chiaro che il Südschleife ha storicamente subito il predominio di questi. Non a caso, esso non è mai stato utilizzato per competizioni di alto livello. L’uso principale dell’anello sud, infatti, avveniva quando sul circuito del Nürburgring si gareggiava nella configurazione Gesamtstrecke, cioè con l’anello nord e sud uniti da una bretella di collegamento che metteva in comunicazione i due rettilinei di partenza e arrivo. Questa configurazione, lunga 2.292 metri, era utilizzata almeno inizialmente anche per il warm-up delle automobili.

È chiaro, tuttavia, che questo utilizzo risultava minimo. Per questo motivo, già a partire dagli anni Settanta del Novecento, il Nürburgring Südschleife cadde in disuso. Quando poi si presentò l’esigenza di costruire un nuovo circuito destinato alle gare di Formula 1, i gestori dell’impianto decisero di demolire proprio una parte del circuito del sud. Dalle sue ceneri, qui, nacque nel 1984 il Nürburgring Gp-Strecke.

Il Nürburgring Gp-Strecke

La parte più nuova del circuito del Nürburgring, pertanto, è proprio il Nürburgring Gp-Strecke. Il cosiddetto nuovo Nürburgring fu necessario all’indomani del grave incidente che coinvolse Niki Lauda. Realizzato nonostante qualche problema finanziario, il circuito è stato ufficialmente inaugurato nel 1984. Il Gp-Strecke originariamente aveva una lunghezza di 4.556 metri, che sono diventati 5.148 a partire dal 2002. Su di esso si sono svolte quattro edizioni del Gran Premio di Germania di Formula 1, dodici del Gran Premio d’Europa, due del Gran Premio del Lussemburgo e una del Gran Premio dell’Eifel.

I record del Nürburgring: dopo solo i migliori possono

Il Nürburgring, come detto, è un circuito mitologico. Anche per questo, ancora oggi, attira migliaia di visitatori che, a bordo delle proprie automobili sportive o meno, percorrono i saliscendi nei boschi dell’Eifel a velocità apparentemente vertiginosa. Solo pochi, però, possono dire di aver gareggiato sul Nürburgring portando a casa un successo e, ancora meno, possono dire di aver stabilito un record del Nürburgring. Per quanto riguarda i tempi del Nürburgring, infatti, esiste tutta una letteratura. Cerchiamo di ripercorrere i record principali, dei quali Porsche è certamente protagonista.

Il record assoluto del Nürburgring delle auto di produzione: Porsche sul tetto dell’inferno verde

Prima di addentrarci nei record del Nürburgring più particolari mettiamo in chiaro una cosa: al momento, domina la classifica assoluta dei tempi delle automobili di produzione proprio la casa costruttrice di Stoccarda. La Porsche, dal 2019 con una 911 GT2 RS in versione Manthey-Racing, detiene il record sulla pista: 6’38’’84, sul circuito da 20,6 chilometri, e 6’43’’30, su quello da 20,8 chilometri. Circa cinque secondi più veloce della Mercedes AMG GT Black Series e circa sei secondi della Lamborghini Aventador SVJ. Peraltro, la 911 non è l’unica Porsche nella classifica dei primi dieci tempi al Nürburgring: anche al 4° posto, infatti, ritroviamo una Porsche 911 GT2, poi all’ottavo, con una 911 GT3, al nono, ancora con una 911 GT3 RS e, infine, al decimo con la 919 Spyder. In tutto, quindi, nelle prime dieci posizioni, troviamo per ben cinque volte il tempo di una Porsche.

Non solo auto di produzione: il tempo record del Nürburgring delle automobili non di serie

A chi non segue il motorsport, o magari a chi non conoscere la casa di Stoccarda, verrebbe da pensare che Porsche è casualmente riuscita a stabilire il record del Nürburgring per le automobili di produzione. E invece, anche quando le automobili non sono necessariamente di serie, la casa di Stoccarda si conferma ai vertici. Ancora una volta, il record sul tempo è di una Porsche, in particolare della Porsche 919 Evo Le Mans, che sul circuito lungo 20,8 chilometri, è riuscita a ottenere lo strabiliante tempo di 5’19’’55. Per avere la misura di quanto possa essere sbalorditivo questo tempo, è sufficiente confrontarlo con il secondo piazzamento: 6’05’’34 ottenuto dalla Volkswagen ID.R. Al terzo posto dei tempi al Nürburgring, poi, ritroviamo nuovamente la Porsche con 6’11’’13. E ancora, nuovamente al quarto e al quinto posto ancora la detentrice del record delle automobili di serie, la Porsche 911 GT2 RS Manthey. Anche in questo caso, fra le prime dieci, ritroviamo per quattro volte delle automobili della casa di Stoccarda.

Gli altri record del Nürburgring nei quali trionfa Porsche

Non in tutte le classi può trionfare la casa di Stoccarda. Tuttavia, Porsche è stata in grado di ottenere altri record sul Nürburgring. Per esempio, nella categoria dei SUV, nel 2021, con 7’33’95, il Porsche Cayenne Turbo GT ha ottenuto il record di 7’33’’95 sul circuito di 20,6 chilometri e 7’38’’93 su quello di 20,8. Anche al quinto posto, poi, si piazza una Porsche, la Cayenne Turbo, con 7’59’’70.

Da qualsiasi parte lo si guardi, insomma, il Nürburgring ha il marchio di Porsche inciso a fuoco. Certamente, però, il fascino che questo circuito esercita non è cosa solo di porschisti. Migliaia di persone, ogni anno, fanno veri e propri pellegrinaggi verso questa terra santa del motorsport. E noi, ovviamente, non possiamo far altro che consigliarvi una visita all’inferno, ovviamente verde.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest

1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
trackback

[…] fin dal primo momento che quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nürburgring”. Così Enzo Ferrari nel 1980 descriveva l’intuizione che, nel 1949, il paesaggio sinuosamente […]

1
0
Would love your thoughts, please comment.x