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Cerchi Fuchs, i cerchi della Porsche 911 che hanno fatto storia

Al giorno d’oggi, i cerchi Fuchs sono diventati una vera e propria icona di stile. Probabilmente avrai già sentito parlare di questi mitologici cerchi, che hanno reso celebre il taglio laterale delle prime Porsche 911. In ogni caso, che tu sia fra gli estimatori dei cerchioni Fuchs oppure che ne stia sentendo parlare solo oggi, per la prima volta, in questo articolo ti porteremo alla scoperta di questo elemento di stile, oggi ricercatissimo dagli estimatori delle Porsche di ogni epoca.

Cerchi Fuchs, le scarpe più belle per una Porsche

A metà degli anni Sessanta, i cerchi in lega leggera erano un dettaglio considerato estremo e, pertanto, destinato solamente alle automobili più estreme. Fra queste, certamente, erano da annoverare le automobili di Formula 1, mentre non vi appartenevano le automobili stradali. Quando nel 1966 la casa di Stoccarda si apprestava a mettere in commercio la Porsche 911 S, si pose l’esigenza di conferire a questa un aspetto facilmente distinguibile da tutte le altre 911. La soluzione fu trovata proprio nei cerchi in lega leggera di alluminio, quelli che sarebbero passati alla storia come cerchi Fuchs. E con questi, si diffuse anche la moda dei cerchi in lega, che ancora oggi caratterizzano le automobili sportive e quelle dal design più ricercato.

Prima di addentrarci nella storia dei Fuchs è tuttavia necessaria una precisazione: il nome di Fuchs, infatti, non è corretto. Questo, infatti, era il nome della ditta tedesca, la Otto Fuchs KG di Meinerzhagen, specializzata nella costruzione di ruote per carri armati e mezzi cingolati della NATO. Successivamente, gli appassionati di Porsche hanno preso a chiamare questi cerchi, il cui disegno è evidentemente di proprietà della casa di Stoccarda, col nome di Fuchs.

La tecnica dei cerchi Fuchs, oltre la leggenda

Ciò che salta immediatamente all’occhio, guardando un cerchio Fuchs è indubbiamente la sua particolare forma. Essa, oltre che per il disegno voluto dallo studio di progettazione e design allora diretto da Ferdinand Alexander “Butzi” Porsche, si contraddistinguono anche per via della tecnica realizzativa. I “petali” che formano le razze dei Fuchs, infatti, erano ottenuti da due parti: quella centrale, realizzata in un unico pezzo fucinato, e quella esterna, che invece veniva ottenuta per tornitura. Il risultato finale è stato, e per molti lo è ancora oggi, un vero e proprio capolavoro di design.

Dietro all’estetica, però, c’è molto di più. Dal punto di vista tecnico, infatti, le ruote Fuchs avevano una misura 4,5 J x 15. I primi modelli di cerchi Fuchs si contraddistinguono per la colorazione monocromatica, in grigio alluminio, con l’eccezione delle colonnette di fissaggio, che sono di verniciate di colore nero. L’utilizzo dell’alluminio, tuttavia, non è una questione solo di natura estetica. L’impiego di questo materiale leggero, infatti, consentiva di ridurre notevolmente la massa e, in particolare, una massa rotante non sospesa. A conti fatti, tenuto presente che un classico cerchio Porsche arrivava a pesare 7,3 chilogrammi contro i 4,9 chilogrammi dei cerchi Fuchs, è facile calcolare che per ciascun cerchio vi è un risparmio di circa 2,4 chilogrammi. In totale, contando anche la ruota di scorta, si arrivano a risparmiare esattamente 12 chilogrammi.

Inoltre, l’impiego dell’alluminio forgiato consentiva di ottenere dei cerchi molto più robusti e resistenti, sia alle sollecitazioni di natura meccanica che all’usura. Ciò, comunque, aveva un costo. Secondo i calcoli, infatti, un cerchio Fuchs aveva un costo di vendita che era dalle tre alle cinque volte maggiore rispetto a un cerchio di acciaio stampato. Nonostante questo, però, i cerchi Fuchs divennero diffusissimi specialmente su modelli come la Carrera RS 2.7 e la Porsche 911 Turbo.

L’aggiornamento dei cerchi Fuchs del 1967

Già nel 1967 i cerchi Fuchs ricevettero un primo aggiornamento. Al grigio monocolore, infatti, si sostituisce una versione bicolore: le razze del cerchio, insieme coi bulloni, sono ora verniciati di nero. Oltre alle modifiche estetiche, poi, si assiste anche a un aumento delle dimensioni. Questo, oltre che per ragioni estetiche, è anche il segnale di una ricerca tecnica per migliorare la tenuta di strada delle vetture. In questo modo, il canale raggiunge i 5,5 pollici, mentre il diametro delle ruote rimane invariato a 15’’.

La vera svolta dei cerchioni Fuchs, tuttavia, arriva nel 1973 con la messa in vendita della Porsche 911 Carrera RS 2.7. Questa versione sportiva della vettura, capace di una mostruosa (per l’epoca) potenza di 210 CV, montava di serie proprio i Fuchs: 6 J x 15 all’anteriore e 7 J x 15 al posteriore, che le conferiscono un aspetto ancora più cattivo. C’è un dettaglio, che però fa letteralmente impazzire gli acquirenti di queste macchine. Porsche, infatti, consente loro di scegliere il colore dei loro cerchioni, in maniera coerenti con le scritte «Carrera» riportate sulla fiancata della vettura. Negli anni successivi si assiste a un progressivo sdoganamento di tutte le colorazioni.

I cerchi Fuchs oggi, sulle vetture moderne

Negli ultimi anni, i Fuchs hanno riscontrato un interesse sempre crescente. Non è un caso se, proprio di recente, si sono diffuse sempre più cerchi Fuchs repliche. Trovare dei cerchi Fuchs originali, infatti, non è semplice. Trovarli in buono stato e a buon prezzo, poi, è una missione quasi impossibile. Per questo, gli appassionati che non vogliono rinunciare a questo elemento di stile sono persino disposti ad acquistare delle repliche di Fuchs, che, almeno nelle forme, ricalchino lo stile degli originali. Se anche voi siete alla ricerca di repliche di cerchi Fuchs non vi resta che rivolgervi ai professionisti dei ricambi Porsche.

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Carlo Bonora
Carlo Bonora
2 anni fa

Nel lontano 1969 avevo una Porsche 912 che montava cerchi Fuchs da 14 ed erano originali.Gia’ nei primi anni 70 esistevano repliche ,sempre in alluminio ma non fucinati ,molto più pesanti degli originali ma potevi segliere il canale molto più largo .Ricordo di un amico che li aveva da15x9.Rimangono una ico na indelebile …direi meravigliosi.

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