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Porsche Cayenne, il SUV che si diverte a fare la sportiva

Quando si parla di Porsche, e in particolar modo a chi fra le relazioni Facebook segnala anche quella con la casa di Stoccarda, è difficile uscire dal solco dell’automobile sportiva per antonomasia. In questo ristretto insieme di automobili, di cui certamente fa parte la Porsche 911 per fare un esempio, solo alcuni riescono a inserire automobili come la Porsche Cayenne e la Porsche Panamera. I motivi, in particolar modo per quanto riguarda la Cayenne, sono evidenti: un’automobile, che per sua definizione è uno Sport Utility Vehicle, con difficoltà riesce ad accordarsi con la tradizione di Porsche. Eppure, nonostante tutto questo, questa automobile è stata in grado di ottenere un successo mai conosciuto dalla casa, arrivando a superare, nelle sue tre serie, il milione di unità prodotte. Ecco, oggi ripercorriamo le fasi salienti della storia del Porsche Cayenne e del suo incredibile successo.

Porsche Cayenne, il SUV che i porschisti non hanno mai amato

Gli anni Duemila si avvicinano, il Millennium Bug ancora non lascia presagire ciò che saranno questi anni. All’orizzonte, però, inizia ad affermarsi una nuova generazione di veicoli. Non si tratta delle automobili volanti, che qualche antico aveva predetto col passaggio di millennio. Bensì, di una nuova tipologia di vettura. Un’automobile che, sulla carta, dovrebbe poter affrontare vari tipi di fondo stradale: da quello civile della città a quello più estremo del fuoristrada. Il tutto, con una dose di sportività. Questo, di fatto, sono gli Sport Utility Vehicle, in breve SUV. Nel giro di poco, la maggior parte delle case automobilistiche inseriscono nel proprio listino la propria proposta. Porsche non sembra essere destinata a questo, apparentemente non è nella sua natura. Dalle parti di Zuffenhausen, però, la pensano diversamente.

La storia della Porsche Cayenne: la Cayenne prima serie

Sul finire degli anni Novanta, questa ventata di freschezza è ormai percepita ovunque nel settore automobilistico. Anche ai piani alti della casa di Stoccarda si avverte, evidentemente. Forse per questo, la dirigenza Porsche decide di commissionare un sondaggio fra i suoi clienti. La domanda su cui verte il questionario è semplice: ti piacerebbe acquistare un fuoristrada con prestazioni elevate? Forse anche inconsapevolmente, i porschisti rispondono affermativamente. È così che parte il progetto della Porsche Cayenne, che, però, all’inizio non ha questo nome: per esso, i tecnici di Porsche scelgono il nome di Colorado.

La storia della Cayenne, però, si intreccia con quella di altri due case automobilistiche. Nella fattispecie la Volkswagen, che in quel periodo è interessata allo sviluppo della Touareg, e l’Audi, i cui tecnici sono a lavoro sulla Q7. Nasce così una joint-venture che ha l’obiettivo di sviluppare un’automobile a metà strada tra fuoristrada e automobile sportiva di lusso. Le tre automobili, alla fine dello sviluppo condividono numerose parti, a cominciare dal pianale e fino ad arrivare alle portiere. A differenze delle altre, come vuole la storia di Porsche, i progettisti della casa di Stoccarda si concentrano in particolare sui motori.

La Porsche Cayenne prima serie è da subito disponibile, con la Cayenne S, con un motore V8 a benzina da 4.511 centimetri cubici, capace di erogare 340 CV di potenza a 6.000 giri/min e 420 Nm di coppia massima. A questa prima versione, a partire dal 2004, si aggiunge la Porsche Cayenne Turbo. Pur montando lo stesso motore, la versione turbocompressa è in grado di erogare una potenza massima di 450 CV a 6.000 giri/min e una coppia di 620 Nm. Un vero e proprio mostro, ma l’asticella può essere spostata ancora più in alto. I tecnici di Stoccarda ci riescono con la Porsche Cayenne Turbo S, che a toccare i 511 CV di potenza e i 720 Nm di coppia massima.

Sono proprio questi valori a trasformare quella che, almeno sulla carta, non è un’automobile tipicamente Porsche in una degna compagna della 911. Non a caso, anche in pista, il Cayenne è in grado di offrire prestazioni di guida indubbiamente piacevoli, specie quando la potenza aumenta. Di questa grande qualità, il mercato se ne accorge quasi subito e la Porsche Cayenne diventa un vero e proprio fenomeno. Al punto che nascono persino dei tormentoni comici: chi non ha mai ascoltato il mitico di Marco Ranzani, fantastica intuizione di DJ Albertino, fiero possessore del Cayenne?

Il successo della Cayenne è tale, che Porsche, dopo un primo restyling del 2007, può permettersi un ulteriore strappo alla sua tradizione. Per la prima volta nella storia del marchio, nel 2008 un’automobile della cavallina arriva a installare un motore diesel. La Porsche Cayenne Diesel, in particolare, è dotata di un propulsore di derivazione Audi, che sviluppa 239 CV. Potrebbe sembrare l’ultimo passo di danza e, invece, la storia della Cayenne prosegue ancora.

La seconda serie della Cayenne: un successo che si ripete

Per quanto criticata dai puristi del marchio, a distanza di quasi un decennio dal suo lancio, la Porsche Cayenne continua a macinare successi di vendite. Di fronte a una situazione così favorevole per Porsche, che forse per la prima volta riesce a garantirsi la solidità necessaria, si decide di proseguire il progetto della Cayenne. Ecco allora che, nel 2010, viene presentata Cayenne seconda serie. Il lavoro dei progettisti della casa di Stoccarda si concentra principalmente sull’aspetto esteriore, che ha necessità di essere svecchiato. Le dimensioni della vettura crescono, mentre il peso della vettura diventa più contenuto, grazie all’impiego di alluminio e magnesio. Cambiano le forme e l’andamento di parabrezza e lunotto posteriore. Molto impattante, poi, è la modifica ai fari, che adesso si ispirano a quelli della Carrera GT.

Sotto al cofano motore, nella versione base, trova posto un propulsore da 3.598 centimetri cubici, che è in grado di erogare 296 CV e 400 Nm di coppia. La più sportiva Cayenne S, invece, arriva fino a 395 CV, lasciando invariati i dati di coppia. La Cayenne Turbo è invece molto più generosa: con i suoi 4.806 centimetri cubici, il motore arriva a realizzare 493 CV e 700 Nm di coppia, che diventano 542 CV e 750 Nm nella versione Cayenne Turbo S. Resta in listino anche la Cayenne Diesel, che invece continua a montare la stessa motorizzazione fino al 2011. Da questo momento, questa versione riesce a raggiungere i 242 CV e 550 Nm di coppia. Grazie a questi risultati, anche se a poco a poco il baricentro del mercato si sposta più a Oriente, la Cayenne continua a mantenere le proprie quote da record.

Porsche Cayenne terza serie, una tradizione che si rinnova

Non a caso, nel 2018, Porsche decide di concedere una terza versione della serie. Lo sviluppo della Porsche Cayenne terza serie si basa nuovamente su una piattaforma condivisa con altre case automobilistiche, come la Volkswagen, l’Audi e persino Bentley e Lamborghini. In particolare, la piattaforma è la celebre MLB, che contraddistingue i SUV delle altre case costruttrici. Anche in questo caso, i progettisti di Porsche lavorano su nuove linee estetiche: a differenza della prima versione, però, non si tratta più di inventare uno standard, una grammatica nuova per Porsche. Piuttosto della conferma di una tradizione, che si è ormai consolidata. Nello sviluppo estetico dell’automobile, i designer di Porsche si ispirano ancor più alle linee della Porsche 911: aumenta nuovamente la larghezza e anche la lunghezza.

Il SUV di Porsche, come da tradizione, continua a prevedere motorizzazioni esuberanti per il tipo di automobile. Nella versione base, la Porsche Cayenne monta un motore a benzina da 3.598 centimetri cubici, che sviluppa 300 CV di potenza e 400 Nm di coppia. Più potente, poi, è la solita Cayenne S, che con una cilindrata di 4.806 cm3 riesce a sprigionare 400 CV di potenza e 500 Nm di coppia. Nel listino di Porsche, poi, trovano ancora spazio la Cayenne Turbo, che raggiunge i 500 CV e 700 Nm di coppia, e la Cayenne Turbo S, che invece raggiunge i 550 CV e 750 Nm di coppia. Una potenza mostruosa, capace di entusiasmare anche quelli più abituati a questo genere di valori.

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