Dietro ogni Porsche, specialmente dietro una Porsche d’epoca, spesso c’è una storia. Sono piccole perle di una passione sincera verso il marchio e, più in generale, per il mondo delle auto d’epoca. È il caso di Carlo Mancuso, 66enne imprenditore padovano, proprietario di una Porsche Speedster Turbo Look di colore giallo, ormai divenuta famosa in tutta Italia. Lo abbiamo intervistato per voi, per farci raccontare la sua storia e la sua passione per questa automobile.
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Carlo Mancuso: «Ciao a tutti, voglio innanzitutto ringraziarvi per avermi fornito il ricambio di cui avevo bisogno, siete stati tempestivi!».
C.: «Sono onorato di questo appellativo ma è esagerato, mi sembrava giusto e doveroso tutelare la mia Giallina, la capote era inceppata e non volevo si bagnasse, quel porticciolo era la mia unica salvezza».
C.: «L’amore per la Porsche Speedster, la mia Giallina, nasce in modo pazzesco. Un sabato stavo andando a lavoro e vedo questa mosca gialla che mi passa a 180-200, mi ha folgorato.⠀
Poi entra in gioco il destino, ai tempi frequentavo, e frequento ancora, un noto locale di Padova e c’era un famosissimo venditori d’auto, Mauro Galli, che vendeva macchine di lusso. A pranzo mi si avvicina e mi dice “Carlo ho la macchina per te”. Non era la prima volta che me lo diceva, ma non lo avevo mai visto così convinto. Mi dice: “Ti devi fidare di me, è la tua”. Cedo e chiedo il colore dell’auto che voleva vendermi, potete immaginare la risposta. Per amicizia accetto di andare nella sua concessionaria, al mio arrivo la macchina in questione è coperta da un telo, non so il perché ma il mio cuore ha iniziato a battere. Scopre la macchina e realizzo che la Porsche che ho sotto gli occhi è proprio quella che mi ha colpito quella volta».
C: «Hai detto bene, sembra un film! Da vicino era di una bellezza mozzafiato, il mio cuore batteva all’impazzata, ho provato emozioni fortissime, sono sicuro che i Porschisti che ci leggono mi possano capire».
C: «Ho chiamato un mio amico che se ne intende, essendo stato già proprietario di Speedster, lui arriva e la prova. Mi sussurra: “Carletto, se non la prendi tu la prendo io”».
C: «Sì l’ho presa il giorno stesso! La Giallina all’epoca aveva appena diecimila chilometri, ne abbiamo fatta di strada insieme».
C: «No, il mio grande amore vive solo d’estate: la tengo ferma sei mesi all’anno, ma basta un mezzo giro di chiave e parte come se non fosse nulla. Mai dato un problema, una macchina eccezionale».
C: «Da Padova mi sono fatto tutta la Costa Azzurra. Vi racconto un episodio: faccio tappa a Montecarlo e davanti al Casinò c’era una fila di macchine, diverse Ferrari e Rolls Royce. Mi si avvicina il parcheggiatore e mi dice “Signore lei può parcheggiare davanti al Casinò”. Una soddisfazione unica».
C: «Sì devo ammettere che la Giallina la amano in molti [ride]. Ogni anno mi fanno tantissime offerte, quella più pazza che ho ricevuto è stata fatta da un austriaco alla Fiera di Auto e Moto del 2018: mi ha offerto 320 mila euro».
C: «Ho indicato il braccio su cui ho il tatuato la Giallina e ho risposto “Guarda puoi offrirmi anche un milione, per avere la Giallina devi tagliarmi il braccio”. Lui mi ha fatto un sorriso e ha capito che l’amore non si può comprare».
C: Grazie a voi ragazzi!
Se anche voi avete storie di Porsche, che meritano di essere raccontate, non esitate a scriverci. Vi contatteremo al più presto per pubblicarle sul blog di Mavment.
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