Interviste di Porsche

Mirco Verrando, istruttore di guida e appassionato di Porsche

Mirco Verrando è un istruttore di guida che coltiva la passione delle automobili. E qualunque appassionato di veicoli a quattro ruote, inevitabilmente non può non essere appassionato anche di Porsche, specie se si tratta di Porsche d’epoca. Con lui, che ha già acquistato diversi ricambi presso il nostro store, abbiamo fatto quattro chiacchiere per conoscere meglio la sua passione.

Mavment: Buongiorno Mirco, parlaci un po di te.

Mirco: «La mia passione per il motorsport, in generale, nasce da piccolo, trasmessa dai miei genitori. Abito in una zona ricca di eventi motoristici, soprattutto per le quattro ruote: Rally di Sanremo, che fino al 2003 è stata un prova valida del campionato del Mondo Rallyes, il Rally di Montecarlo, tuttora valido per il Campionato del Mondo, e il Gran Premio di Monaco di Formula 1. Più i vari eventi minori dell’entroterra ligure, del basso Piemonte e della Costa Azzurra, che ovviamente si andavano a vedere tutti insieme. Inoltre, ho un fratello più grande di me, che nonostante dei problemi di salute che lo accompagnano dall’infanzia, iniziò a correre nei rally nel 2001, gettando le basi per un mio esordio a soli 18 anni. Gli devo tutto, se non fosse stato per lui, probabilmente il casco, non sarebbe mai stato smosso dal chiodo».

Ma.: Da dove nasce la passione per la guida e per Porsche?

Mi.: «La mia passione per le Porsche classiche nasce in tenera età, credo intorno ai sette anni. Andavo a giocare con gli amici in un piazzale del mio paese, di fronte c’era un’abitazione… ogni tanto si alzava una serranda, e un flat six di una 3000 sc Targa di colore rosso India veniva messo in moto. Il proprietario la lasciava scaldare per cinque minuti buoni e io, indipendentemente dal gioco che stessi facendo, mi piazzavo lì davanti in adorazione fino alla sua partenza, sognando un giorno di poterne guidare una. Quel giorno arrivò sotto le feste natalizie del 2018, dove mi regalai una Porsche 911 Carrera 3200 Targa rosso India, che, grazie a Mavment, è stata restaurata a dovere, facendola tornare al suo primordiale splendore!».

Ma.: Qual è la gara che non dimenticherai mai?

Mi.: «La gara che non dimenticherò mai forse non c’è, purtroppo ne ho corse poche. Quando le cose dovevano farsi più serie, ebbi un brutto incidente e dovetti smettere. Ora, dopo parecchi anni, sono pronto a ripartire con una Porsche 911 sc di gruppo 3. Sicuramente non dimenticherò mai una singola prova speciale di un rally fatta nel 2012, “Rezzo”, una prova completa, molto tecnica, alternata da tratti velocissimi e tratti guidatissimi, con cambi di grip continui, molto insidiosa. Nonostante un inizio di gara non dei migliori, mi presentai al semaforo con la voglia di riscattarmi: riuscii a trovare una stato di concentrazione assoluta, riuscii a guidare dal primo metro al mio 100%, facendo segnare un tempo di tutto rispetto per l’auto con la quale correvo, ovviamente vincendo la classe con un vantaggio clamoroso, in vista del fatto che in quell’occasione, c’erano due piloti tra i più forti interpreti di quella categoria degli ultimi anni. Quando vidi comparire il mio tempo mi emozionai come poche volte. Non lo dimenticherò mai».

Ma.: Cosa ne pensi dell’elettrico? Taycan sta registrando numeri impressionanti.

Mi.: «L’elettrico sicuramente è una buona soluzione per le metropoli, o per gli spostamenti in città organizzate a ospitarle con servizi adeguati. Probabilmente salutare nel breve termine, ma sono un pò dubbioso della natura green nella produzione delle stesse e poi per lo smaltimento dei pacchetti batteria. Per quanto riguarda la Taycan, sinceramente, non ho molto da dire: sicuramente ha una linea accattivante, ma per me, le auto di segmento sportivo, al di là di chi le produca, dovrebbero essere solo concepite per realizzare sogni, per essere guidate appieno da chi le possiede, regalando ogni volta un’emozione, una gioia e talvolta un dolore. Rumorose, anzi musicali, faticose, ma che, una volte parcheggiate, facciano sentire subito la loro mancanza. Non credo che sentirei la mancanza di guidare un’auto elettrica. Ciò non toglie che sia contento per i grandi risultati di vendita di auto elettriche, specie per Porsche».

Ma.: Progetti per il futuro?

Mi.: «I progetti per il futuro, dipenderanno molto dalla reale possibilità di correre in questo momento storico difficile legato all’emergenza Covid 19, indubbiamente dai risultati conseguiti, e dalla partnership degli sponsor. Voglio godermi e concentrarmi su ogni singolo evento, questo è un anno di rodaggio per me e per la macchina».

Ferdinand Porsche

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